ABDULLAH IBN UMM MAKTUM: IL MARTIRE NON VEDENTE

Altra storia interessante di un sahabi (compagno del Profeta) che forse pochi di noi conoscono, il suo nome è Abdullah ibn Umm Maktum (che Allah sia soddisfatto di lui), cugino della prima moglie del nostro Profeta Muhammad (che Allah lo elogi e lo preservi), sto parlando di Khadija bint Khuwaylid (che Allah sia soddisfatto di lei).

Avete presente i seguenti versetti del Sacro Corano “Si accigliò e voltò le spalle, quando il cieco venne da lui.” ? il cieco era proprio Abdullah ibn Umm Maktum. Vi riporto l’intera Sura:

“Si accigliò e voltò le spalle, quando il cieco venne da lui. Cosa ne puoi sapere (o Muhammad)? Forse voleva purificarsi o riflettere, affinché il Monito gli fosse utile. Quanto a colui che invece pensa di bastare a se stesso, tu ne hai maggiore premura. Cosa t’importa se non si purifica? Quanto a colui che ti viene incontro pieno di zelo, essendo timorato [di Allah], di lui non ti occupi affatto! In verità questo è un Monito: se ne ricordi, dunque, chi vuole. [È contenuto] in Fogli onorati, sublimi, purissimi, tra le mani di scribi, nobili, obbedienti!”. Sura ‘Abasa (Si Accigliò)

Allah L’Altissimo fece scendere questa Sura dopo un certo comportamento commesso – senza un minimo di cattiveria- dal nostro Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui). Ciò avvenne durante il primo periodo profetico del Messaggero di Allah, alla Mecca. Cosa accadde realmente in quel momento? Il Profeta (che Allah lo elogi e lo preservi) era impegnato nel parlare di Islam ai notabili Quraysh (coreisciti), tra l’altro pieni di superbia, all’improvviso arrivò il non vedente Abdullah ibn Umm Maktum, che chiese nel bel mezzo della conversazione di istruirlo sull’Islam. Il Profeta (sallallahu ‘aleyhi wa sallam) talmente era concentrato nel parlare con i coreisciti non ascoltò Abdullah, il quale chiese di nuovo la stessa domanda. L’insistenza infastidì il Profeta (pace e benedizione su di lui) e lo ignorò completamente. Così Allah L’Altissimo fece scendere l’intera Sura ‘Abasa (Si Accigliò) come avvertimento per il Profeta e per i musulmani di tutti i tempi. Come dire: “Perché dai più importanza nel parlare di Islam con chi non é affatto interessato ignorando chi invece lo é veramente?”. Questo deve essere un insegnamento per tutti. Mi é capitato più volte di assistere a scene abbastanza simili, certi musulmani ricordandosi della Sura si sono corretti, altri no. Non mi riferisco solo al fatto di fare Dawah parlando di Islam, anche riguardo altri argomenti, peggio ancora se futili. In quel momento può arrivare qualcuno che ha bisogno di te, anche per un aiuto importante e tu invece di ascoltarlo cosa fai, lo ignori? È capitato anche nei miei confronti o ad altri in mia presenza, quindi so cosa significa. Come ci si sente? Male, malissimo. Il Profeta si era corretto dopo la rivelazione della Sura e noi?

Ma torniamo alla storia di Abdullah ibn Umm Maktum (che Allah sia soddisfatto di lui). Figlio di Qays ibn Said e di Aatikah bint Abdullah. Si chiamava Umm Maktum (Madre del Nascosto) perché la donna diede alla luce un bambino cieco. Abdullah vide l’ascesa dell’Islam alla Mecca. Fu tra i primi ad abbracciare l’Islam. Anche lui visse la persecuzione da parte dei miscredenti e tutte le sofferenze che vissero gli altri Sahabah. Era molto determinato e coraggioso. Abdullah amava tantissimo il nostro Profeta, ed era così ansioso di memorizzare il Corano che non avrebbe perso nessuna occasione per realizzare il suo desiderio. Ciò a volte lo rendeva insistente e questo poteva essere irritante, anche se era involontario, cercava in tutti i modi l’attenzione del Profeta. Questo spiega poi il comportamento del Profeta (pace e benedizione su di lui) anche se non deve essere una scusante per noi nell’ignorare il prossimo o trattarlo male. Ricordiamo che il nostro Profeta (che Allah lo elogi e lo preservi) si corresse subito dopo la rivelazione della Sura del Corano.

La voglia di attenzione può essere anche a causa della cecità oltre al grande amore che Abdullah provava per il Profeta e per l’Islam. Ricordo di aver visto persone non vedenti che volevano tutta l’attenzione su di loro, essere protagonisti. Era un modo per non sentirsi esclusi, per colmare un vuoto, lo comprendo. In più, non vedendo, non possono capire completamente certe situazioni, vedere immediatamente le reazioni, possono percepirle, anche in ritardo. Ne tanto meno possono vedere le espressioni nel viso degli altri.

Tornando alla Sura, il Profeta (pace e benedizione su di lui) era concentrato sui notabili Quraysh : Utbah ibn Rabiah e suo fratello Shaybah, Amr ibn Hisham meglio noto come Abu Jahl, Umayyah ibn Khalaf e Walid ibn Mughirah, il padre di Khalid ibn Walid in seguito conosciuto come SayfuLLah [La Spada di Allah]. Aveva iniziato a parlare e negoziare con loro parlando dell’Islam. Desiderava così tanto che gli rispondessero positivamente e accettassero l’Islam o almeno annullassero la persecuzione verso i musulmani. Ciò che chiese improvvisamente Abdullah ibn Umm Maktum era di leggere un versetto del Sacro Corano: “O Messaggero di Allah, insegnami da ciò che Allah ti ha insegnato”. Sappiamo poi quale fu la reazione del Profeta, apprendiamo l’episodio leggendo la Sura ‘Abasa (Si Accigliò) ma non sappiamo cosa avvenne dopo che i Quraysh andarono via e prima della rivelazione della Sura: il Profeta (pace e benedizione su di lui) si sentì parzialmente cieco e la sua testa iniziò a pulsare violentemente. A questo punto gli giunse la rivelazione della Sura.

Da quel giorno il Profeta non cessò di essere generoso con Abdullah ibn Umm Maktum. Cercava di soddisfare sempre i suoi bisogni, di chiedergli come proseguiva la sua vita, i suoi affari e di includerlo nel suo consiglio ogni volta che si trovava nei pressi.

Quando emigrarono a Medina – e Abdullah fu tra i primissimi- il Profeta nominò lui e Bilal come muadh-dhin (muezzin), coloro che fanno l’Adhan, richiamo alla preghiera. Bilal faceva l’Adhan e Abdullah subito dopo l’Iqamah – che si fa prima di ogni preghiera-. A volte il contrario, Abdullah l’Adhan e Bilal l’Iqamah. Era stupenda la collaborazione tra di loro, come si organizzavano in comune accordo, ad esempio durante il Ramadan: uno di loro faceva l’Adhan per svegliare le persone per mangiare prima che iniziasse il digiuno, l’altro faceva l’Adhan per annunciare l’inizio dell’alba e il digiuno. Era Bilal che svegliava la gente e Abdullah ibn Umm Maktum annunciava l’inizio dell’alba. Una delle responsabilità che il Profeta (pace e benedizione su di lui) affidava ad Abdullah ibn Umm Maktum era di metterlo a capo di Medina in sua assenza. Fece questo più di dieci volte, una di queste quando partì per la liberazione della Mecca.

Abdullah morì martire [Shahìd] sul campo di battaglia mentre stringeva la bandiera dei musulmani. In realtà si trattava di uno stendardo di forma quadrata, la bandiera è rettangolare, ma molto simili fra loro. Essendo cieco non poteva combattere –anche se avrebbe voluto- , insistette così tanto che riuscì a convincere tutti che per ogni battaglia avrebbe tenuto la bandiera dell’Islam: “Mettetemi tra due file e datemi la bandiera [lo stendardo]. La reggerò per voi e la proteggerò, perché sono cieco e non posso fuggire”, disse. Amava il Profeta più della sua stessa vita. Nonostante Allah L’Altissimo rivelò in una Sura che i malati, i disabili possono restare a casa senza partecipare alle battaglie [Jihad- Sforzo sulla Via di Allah] Abdullah voleva a tutti i costi essere presente anche mantenendo solo una bandiera, la bandiera dell’Islam. Su di essa c’era il Tawhìd [Unicità di Allah proclamata dall’Islam: La ilaha illa Allah- Non vi è divinità all’infuori di Allah, frase che compone il primo Pilastro dell’Islam: la Shahada].

“Non sono eguali i credenti che rimangono nelle loro case (eccetto coloro che sono malati) e coloro che lottano con la loro vita e i loro beni per la causa di Allah. A questi Allah ha dato eccellenza su coloro che rimangono nelle loro case e una ricompensa immensa”. Sura An-Nisâ’ (Le Donne) , v. 95.

Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo

Nei numeri precedenti: Hamza (“Mondo Islam” n. 17), Bilal (n. 17), Abu Hurayra (n. 19), Khaled ibn Al Walid (n. 19), Abdullah ibn Abbas (n. 20), Salman Al Farsi (n. 20), Umar ibn Abdul Aziz (n. 21), Amr ibn Al ‘ Aas (n. 21), Said ibn Amir al-Jumahi (n. 24), Abu Ubaydah ibn al-Jarrah (n. 24), Abdullah ibn Mas’ùd (n. 27)

Tratto da “Mondo Islam Magazine” n. 28