IL CORANO PENETRO’ NEL CUORE DI AT- TUFAYL IBN AMR

Sto per raccontarvi un’altra bellissima storia di un sahabi compagno del Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui). Una storia che regala forti emozioni e che porta a riflettere su tante cose. Amo molto leggere queste storie, informarmi per poi condividerle con voi. Come si fa a non amarle? L’Islam è anche questo. Era un uomo molto generoso questo sahabi, onesto, appassionato di letteratura e quindi acculturato, amava le poesie, lui stesso era un poeta. Aiutava i più poveri, i più bisognosi, anche prima di diventare musulmano. Era un uomo sensibile, con molte virtù. Il suo nome è At-Tufayl ibn Amr (che Allah sia soddisfatto di lui), capo della tribù Daws in epoca pre-coranica, antecedente alla Rivelazione del Sacro Corano, rivelato da Iddio l’Altissimo Allah l’Onnipotente al Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui), l’ultimo dei Profeti, il Sigillo dei Profeti. At-Tufayl ibn Amr aveva diversi aspetti del carattere simili al Profeta Muhammad (che Allah lo elogi e lo preservi). Tuttavia Tufayl, nome completo At-Tufayl ibn Amr ad-Dawsi, non aveva mai sentito parlare del Profeta ed era totalmente all’oscuro di tutto, anche della lotta tra il Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui) e la tribù nemica dei Coreisciti (Quraysh). Quindi Tufayl aveva appena lasciato il suo villaggio a Tihama, nel sud della penisola arabica per dirigersi verso Mecca, ignorando ciò che avrebbe visto e vissuto in prima persona.

Appena arrivò alla Mecca incontrò i Coreisciti che lo accolsero calorosamente avvertendo dell’esistenza del Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui), il loro più grande nemico. Un Profeta che aveva come unica arma la Fede e la Verità. Naturalmente per loro era un impostore. Tufayl raccontò con queste parole il suo arrivo alla Mecca:

“Mi avvicinai alla Mecca. Non appena i capi dei Coreisciti  mi videro si avvicinarono a me e mi diedero un caloroso benvenuto, quindi mi ospitarono in una grande casa. I loro capi e notabili si riunirono e dissero: “O Tufayl, sei giunto nella nostra città. Quest’uomo [il Profeta Muhammad] che afferma di essere un profeta ha rovinato la nostra autorità e ha mandato in frantumi la nostra comunità. Temiamo che riesca a indebolire te e l’autorità che hai verso il tuo popolo, esattamente come ha fatto con noi. Non parlare con quell’uomo. Per nessun motivo ascolta quello che ha da dire. Ha il linguaggio di un mago incantatore, causando divisione tra padre e figlio, tra fratello e fratello e tra marito e moglie”. Continuarono a raccontarmi  le storie più fantastiche e mi spaventarono riferendomi le sue incredibili gesta. Decisi allora di non avvicinarmi a quest’uomo, né di parlargli, né tantomeno di ascoltare qualsiasi cosa avesse da dire. Il mattino seguente andai alla Sacra Moschea per eseguire il Tawaf (circumambulazione) intorno alla Kabah come atto di adorazione degli idoli per i quali facevamo il pellegrinaggio e che glorificavamo”.

Ai tempi chi non era musulmano faceva il Tawaf intorno alla Kabah [la costruzione cubica al centro della Mecca] esattamente come fanno i musulmani, ma con intenzione diversa. Non adoravano un Unico Dio [Allah] ma gli idoli. Quindi Tufayl faceva il suo pellegrinaggio per le divinità e il Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui) pregava un Unico Dio. In quel momento Tufayl vide il Profeta:

“Mi misi un pezzo di cotone nelle orecchie per paura che qualcosa del discorso di Muhammad potesse raggiungere il mio udito. Non appena entrai nella Sacra Moschea [dove pregavano musulmani e non musulmani], lo vidi in piedi vicino alla Kabah. Stava pregando in un modo diverso dalla nostra preghiera. Tutto il suo modo di adorare era diverso. La scena mi affascinò. La sua adorazione mi fece tremare e mi sentii attratto dal suo modo di fare, finché non gli fui abbastanza vicino. Nonostante la precauzione che avevo preso, Dio ha voluto che parte di ciò che stava dicendo arrivasse al mio udito e sentii un discorso così bello che mi sono detto: “Cosa stai facendo, Tufayl? Sei un poeta perspicace [facilitato nel comprendere]. Sei in grado di distinguere tra la buona e la cattiva poesia. Cosa ti impedisce di ascoltare ciò che dice quest’uomo? Se ciò che viene da lui è buono, accettalo, e se è cattivo, rifiutalo”. Rimasi lì finché il Profeta non fece ritorno a casa sua. Lo seguii mentre entrava nella sua abitazione, ed entrai anch’io e dissi: “O Muhammad, il tuo popolo [ i Coreisciti, popolo anche del Profeta] mi ha detto alcune cose su di te. Per Dio, hanno continuato a spaventarmi per allontanarmi dal tuo messaggio, a tal punto che mi sono persino tappato le orecchie per non udire le tue parole. Nonostante questo, Dio mi ha fatto sentire qualcosa di ciò che pronunciavi e l’ho trovato bello. Quindi dimmi di più sulla tua missione”.

Il Profeta, la pace sia su di lui, mi parlò della sua missione e mi recitò la Sura Al-Ikhlaas (Il Puro Monoteismo) e la Sura Al-Falaq (L’Alba nascente). Giuro su Dio, che non avevo mai sentito parole così belle prima. Né una missione più nobile o giusta mi era mai stata descritta. Allora, gli porsi la mano in segno d’alleanza, di fedeltà e testimoniai che non c’è dio all’infuori di Allah e che Muhammad è il Messaggero di Allah. Fu così che entrai nell’Islam”.

Questa è tra le storie più belle che avessi mai letto! Tufayl rimase per un po’ alla Mecca per imparare gli insegnamenti dell’Islam e per memorizzare il Sacro Corano, dopodiché decise di tornare dalla sua gente per invitarli all’Islam. Si convertì il padre molto anziano e la moglie. Il resto del popolo era piuttosto lento nel percepire il Messaggio e quindi abbracciare l’Islam, tranne Abu Hurayrah (che Allah sia soddisfatto di lui) che accettò subito. I due uomini tornarono insieme dal Profeta, il quale fece una grande invocazione a favore del popolo dei Daws, affinchè si aprisse il loro cuore all’Islam. Tufayl tornò dal suo popolo, ottanta famiglie diventarono musulmane. Tra la sua tribù c’erano ancora molti che adoravano gli idoli, Tufayl per dimostrare al suo popolo che le statue non hanno alcun potere cominciò a bruciare il loro idolo Dhu-l Kafayn. Quando il popolo vide che non accadeva nulla contro di loro da parte del loro idolo, capì che era il momento di abbandonare l’idolatria. L’intera tribù si convertì all’Islam.

Tufayl rimase al servizio del Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui) fino alla sua morte. Si mise al servizio del primo Califfo Abu Bakr (che Allah sia soddisfatto di lui), compagno e amico del Profeta Muhammad (sallallahu ‘aleyhi wa sallam). Tufayl morì martire durante la battaglia di al- Yamamah.

“Di: Egli Allah è Unico, Allah è l’Assoluto. Non ha generato, non è stato generato e nessuno è uguale a Lui”. Questa è una delle due sure del Sacro Corano che entrarono immediatamente nel cuore di Tufayl, fino a farlo emozionare al punto tale di abbracciare l’Islam. L’uomo non aveva più alcun dubbio, mai parole così belle aveva udito prima. La Sura in questione è Al-Ikhlaas (Il Puro Monoteismo).

Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo

Tratto da “Mondo Islam Magazine” n. 30