RESPONSABILITA’ NELL’USO DI CERTI TERMINI

Osservando il comportamento di certi musulmani, sia nella vita di tutti i giorni ,che su internet, ho notato che spesso si usano termini offensivi verso l’altro fratello, parole gravi. Capita di sentirsi accusati da altri musulmani che usano con leggerezza parole come “ipocrita”, “bugiardo”, “persona doppia”, “tu non sei mio fratello” ecc….. Sono tutt’ora incredulo di fronte a tanta leggerezza e certa inutile cattiveria. La cosa è capitata non solo a me personalmente, ma anche ad altri fratelli e sorelle che conosco. Fratelli e sorelle, evitiamo assolutamente di usare certi termini, di giudicare il prossimo! Dare del bugiardo, ipocrita, persona falsa, e addirittura musulmano falso è una GROSSA responsabilità che ricade completamente sulla persona che calunnia, diffama il suo fratello, soprattutto se quanto dice non corrisponde al vero, come capita la maggior parte delle volte. È vietato sparlare di un fratello alle spalle, o in privato, giudicarlo male, denigrarlo, prenderlo in giro ed inventare menzogne su di lui.

L’inviato di Dio disse:
“Il credente non deve essere denigratore, né incline alla maledizione, né immorale, né turpiloquente”. Lo ha trasmesso At Thirmidi

“Quelli che maledicono non avranno intercessori né testimoni il Giorno della Resurrezione”. Lo ha trasmesso Muslim

“Le ingiurie fatte al musulmano sono atti d’empietà, e la sua uccisione è miscredenza”. Al Bukhari e Muslim concordano

“Quello che dicono due che si stanno insultando ricade su quello che ha cominciato, finchè l’aggredito non trascende”. Lo ha trasmesso Muslim.

“Un uomo -o una donna- non lancerà addosso ad un altro accusa d’empietà o miscredenza senza che questa ricada su di lui, se l’accusato non è come egli dice”. Lo ha trasmesso Al Bukhari.

“Non detestatevi l’un l’altro, non invidiatevi vicendevolmente, non mettetevi supposizioni inconciliabili, e non interrompete le relazioni; siate servi di Dio fraternamente; e non è lecito al musulmano rompere col suo fratello per oltre tre giorni”. Al Bukhari e Muslim concordano.
“Il mormoratore non entrerà in Paradiso”. Al Bukhari e Muslim concordano.

“Vi devo annunciare cos’è il riportare? –disse il Profeta- : è la mormorazione, la diceria diffusa tra la gente”. Lo ha trasmesso Muslim.

“E’ vietato ferirsi gli uni gli altri cioè di attribuire qualche difetto agli altri. È come se si ricevesse un colpo di sciabola o di lancia. Si può anche dire che la lingua che ferisce è molto più forte secondo quanto ha detto questo poeta: ‘Le ferite delle armi possono cicatrizzarsi, ma quelle della lingua non si cicatrizzano mai’.” Dice sheikh Qaradawi nel libro “Il lecito e l’illecito nell’Islam” anch’esso soggetto di derisione e diffamazioni. Si può essere d’accordo o meno con persone come Sheikh Qaradawi, Amr Khaled o altri, come tutte le persone sono fallibili, nessuno è perfetto all’infuori di Allah. Però un conto e non essere d’accordo e un altro è quello di dire pubblicamente i loro errori montando video vergognosi con tanto di X in grande sui loro volti, stiamo parlando di musulmani come noi, e li trattiamo peggio dei miscredenti? Se un musulmano sbaglia, dobbiamo avvisarlo in privato degli errori che commette, chi siamo noi per deriderlo, diffamarlo, peggio ancora in pubblico?
Questa malattia, questo cancro vedo che colpisce un pò tutti, una malattia viscida che entra nel cuore di certi musulmani, dettata dai sussurri di Satana, come dice l’ultima Sura del Sacro Corano“An-nas”.

Dì: “Mi rifugio nel Signore degli uomini, Re degli uomini, Dio degli uomini, contro il male del sussurratore furtivo (Satana), che soffia il male nel cuore degli uomini,che venga dai demoni o dagli uomini”.

“Non è permesso al musulmano – prosegue Qaradhawi nel suo libro- di avere un cattivo pregiudizio sul suo fratello senza ragione valida e senza prova evidente. In principio la gente è sana da ogni colpa le cattive ispirazioni del sospetto non devono esporre la reputazione dell’innocente alla accuse maligne”.

E come è riportato nel Sacro Corano:
“non seguire ciò di cui non hai conoscenza alcuna. Di tutto sarà chiesto conto: dell’udito, della vista del cuore” Sura Al Isrà/ Il viaggio notturno, v. 36

“O credenti, evitate di far troppe illazioni –non sparlate gli uni degli altri-, che una parte dell’illazione è peccato. Non vi spiate e non sparlate gli uni degli altri. Qualcuno di voi mangerebbe la carne del suo fratello morto?” Sura Al Hujuràt/ Le stanze intime, v. 12

Il Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui) disse:
“Quando due musulmani si incontrano e si stringono la mano Allah perdona le loro colpe prima ancora che si siano separati”. (Abu Dawud, Ibn Maja e Tirmidi)

“Sapete cosè la maldicenza? -Chiese il Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui) ai suoi compagni Sahaba-, la maldicenza è dire di vostro fratello quello che lui detesta sentire”.
“Ma se dicessimo il vero?” chiesero i compagni.
Il Profeta (saw) rispose: “Se è vero è una maldicenza, altrimenti sarebbe una menzogna abominevole”. (Muslim)

“Il musulmano – dice lo sheikh Al Djazairi nel libro “La Via del musulmano”- non ha diritto di insultare suo fratello, morto o vivo che sia.

Il Profeta Muhammad (sallallahu ‘aleyhi wa sallam) disse: “Insultare un musulmano è un’iniquità, combatterlo è uno spergiuro” (Bukhari, Muslim)

Il Profeta Muhammad (sallallahu ‘aleyhi wa sallam) disse: “L’insulto ritorna a colui che, ingiustamente, chiama un altro empio o rinnegato” (Bukhari, Muslim)

Il Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui) disse: “Diffidate dei sospetti, sono i più ingannatori”. (Bukhari)

“Fra le ferite vietate ci sono anche i soprannomi molesti- dice Qaradhawi –. È un’ aggressione contro la fratellanza, contraria alla cortesia e alle buone maniere”.
“La maldicenza viene da un desiderio di rovinare gli altri. È il desiderio di rovinare la reputazione della gente, nel loro onore e nei valori sacri in loro assenza. È il segno della bassezza e della vigliaccheria. È infatti un colpo di spada alla schiena”.
Sono le critiche più feroci, le critiche si fanno in privato ad un fratello solo se costruttive, solo in questi casi sono accettabili. La maldicenza che i sapienti non proibiscono è quando una vittima che ha subito un’ingiustizia si lamenta, può riportare tutto il vero di quello cha ha subito da qualcuno, senza però aggiungere menzogne, come accade spesso purtroppo in certi casi, sia su internet che nella vita di tutti i giorni.

Dalla maldicenza, passiamo alla calunnia.
“Quando nell’Islam si parla di maldicenza -dice Qaradhawi –. si cita insieme un difetto ed essa legato, che l’Islam ha così vietato con la massima severità. Si tratta della calunnia che consiste nel riportare e divulgare a qualcuno quello che è stato detto di lui, in modo tale da seminare odio fra la gente, deteriorare i loro rapporti o contribuire alla loro rovina”.

Cosa porta qualcuno a calunniare, diffamare un’altra persona? Molte possono essere le motivazioni NON GIUSTIFICABILI, fra queste c’è l’invidia!

“Il musulmano è scevro dall’invidia –spiega sheikh Al Djazairi- , essa è estranea al suo carattere. Vuole il bene di tutti e preferisce gli altri a se stesso: due caratteristiche queste che sono incompatibili con l’invidia. Egli ha orrore di questo difetto, esso, infatti, sarebbe come contestare al Creatore il suo giusto modo di distribuire i bene tra le persone. Invidia e gelosia sono entrambe vietate”.

Il Sacro Corano dice: “Forse sono gelosi degli uomini a causa di ciò che Allah ha concesso per grazia Sua?”. Sura An-nisà /Le donne v. 54

Quindi tenere a freno il più possibile l’invidia o la gelosia. La responsabilità è anche dell’interlocutore che potrebbe scatenare l’invidia nella persona alla quale si dicono certe cose. Mai raccontare troppo delle proprie gesta, beni o ricchezze materiali. Mai eccedere nei complimenti per un’altra persona, peggio ancora, quando si fanno paragoni: “lui si che è bravo a recitare il Corano, è meglio di te”, “lui parla l’arabo –o un’altra lingua- meglio di te”, “lui scrive meglio di te”, “la sua voce è più bella della tua”, “lui è più forte di te, è atletico, tu vicino a lui sei una pappamolla” ecc. L’uomo non è perfetto, basta un niente per far si che il diavolo intervenga, non tutti riescono a tenere a freno certe emozioni, la cosa più giusta sarebbe quella di accettare ed essere felici per le cose che non si hanno e che un fratello al contrario possiede. E poi, alla fine, nessun essere su questa terra possiede tutto, si può eccedere in un campo, essere più bravi di un fratello, che a sua volta eccede in un altro campo, el hamdulillah.

E per finire: la presunzione, lo sbeffeggiare.
“io sono meglio di lui”, “guarda quello lì, scrive quelle cose in quel suo sito che non chiamerei tale”, “ma chi si crede di essere, tutto quello che fa non ha senso” ecc …
Il presuntuoso ovviamente non riconosce di essere tale.
“Il musulmano teme la presunzione e la tracotanza, –spiega sheikh Al Djazairi- la evita con tutto il suo essere, esse infatti sono gli ostacoli più grandi verso la perfezione dell’anima, la rovinano in questa e nell’Altra Vita”.

Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo

Tratto da “Mondo Islam” n. 10